Accensione: parliamone
Inviato: 21/12/2014, 23:02
Penso che sia un argomento che potrebbe meritare un thread...
Io sto cercando di costruirmi un banchetto basato su questo link:
http://www.dtec.net.au/Ignition%20Coil% ... esting.htm
Per poter trovare i vari parametri come i dwell ideali per ogni tensione (poi bisogna vedere se la bobina ha la stessa tensione che legge la ecu, ma questo e' un altro discorso), spark duration effettivo con le candele in uso, etc. In piu' si puo' misurare la potenza della bobina, cosa non da poco.
Partendo dal presupposto che la tensione di uscita dal secondario e' dettata dal gap candela e dalle condizioni in camera (infatti oltre quella tensione si abbassa la resistenza dell'aria tra gli elettrodi e la tensione non puo' piu' salire - ovviamente nei sistemi ws il secondario vede una tensione teoricamente doppia), i parametri che restano da analizzare sono la corrente (limitata dalla resistenza da 5kohm presente ormai in tutte le candele e dai cavi di tipo resistivo - ovvero tutti...) e la durata dell'arco.
Leggendo in rete pare che la maggiorparte delle bobine sia fatta per essere caricata intorno ai 7ampere, anche se lasciate piu' tempo raggiungerebbero correnti nettamente piu' alte (quindi potenze piu' alte, che magari le fa surriscaldare e guastare).
I BIP che usiamo con la ms tagliano tra gli 8 ed i 15 ampere (immagino vari da finale a finale), quindi dobbiamo ricordarci che non dobbiamo MAI caricare oltre quella corrente, se no il finale entra in limitazione e produce un sacco di calore, che puo' portarlo ad un guasto prematuro.
Teniamo quindi per buono una corrente massima tra i 7 ampere e gli 8 ampere. In base alle caratteristiche della bobina la stessa puo' impiegarci piu' o meno tempo a raggiungere questa tensione, quindi il dwell puo' cambiare. Bobine con un primario con filo fine e/o molte spire a 7 ampere potrebbe gia' pure essere in saturazione, mentre un'altra essere sul punto ideale di funzionamento. Quindi per farle lavorare bene dobbiamo conoscere i giusti parametri.
Le case ormai si sono abbastanza stabilizzate su un arco di 0.8mm, evidentemente andare oltre non porta a particolari vantaggi ne' sulla velocita' con cui parte la fiamma, ne' sugli hc (contando gli sforzi che fanno per ridurre le emissioni, se bastasse qualche decimo in piu' per ridurre gli hc penso che l'avrebbero gia' fatto da un pezzo). Quindi ci serve una bobina che ci dia un'accensione affidabile in tutte le condizioni con questo gap. Se ci si sente temerari e la bobina risulta sovradimensionata, si puo' tentare di allargare sempre senza avere mancate accensioni, ma non mi aspetterei nessun particolare vantaggio.
In questo discorso si inserisce la resistenza dei cavi e delle candele. Prima dell'avvento dell'elettronica i cavi candele erano un bel filo di rame, diretto alle candele (senza resistenza). Peccato che questo sistema generava numerosi disturbi che causavano noie all'elettronica. Allora si e' passati ai cavi resistivi, che limitano la corrente circolante nel circuito, quindi alle emissioni elettromagnetiche.
La domanda che mi sorge e' perche' si e' passati ad inserire una resistenza da 5kohm integrata nelle candele, se gia' il cavo presenta una resistenza?
Magari la sola limitazione dei cavi non era sufficiente per ridurre i disturbi, allora hanno aggiunto una ulteriore resistenza? Contando che essendo il gap praticamente standard a 0.8mm, quindi tutti gli impianti viaggiano con la stessa tensione al secondario (anche se non so quantificare di quanto varia il dielettrico del'aria nelle varie condizioni del motore), ed avendo tutti gli impianti circa 10kohm totali di resistenza (5kohm cavo + 5kohm cavo), viene da se che tutti gli impianti a pari condizioni hanno circa la stessa corrente alla candela. Quindi alla fine quello che varia principalmente e' la durata della scintilla.
Sara' per svincolarsi da questi limiti che le case sono passate al coil on plug? rimozione della resistenza del cavo senza produrre nuove emi, quindi bobine piu' piccole per avere la stessa corrente? O la resistenza nelle candele e' stata universalmente adottata per poter funzionare anche con i sistemi cop, che diversamente non avrebbero nessun sistema di limitazione?
Inoltre: E' piu' vantaggioso avere una durata di scintilla piu' ampia o un gap maggiore? Un gap maggiore permette di coinvolgere CONTEMPORANEAMENTE piu' molecole di miscela, dove invece una durata maggiore incendia piu' miscela, ma non necessariamente nello stesso istante (ma man mano che passa nell'arco), quindi verrebbe da pensare che un gap maggiore ha una migliore efficienza. Ma mi resta sempre il dubbio sul motivo per cui le case non vanno oltre gli 0.8mm standard, probabilmente oltre un tot di gap non c'e' piu' vantaggio.
Mi sa che queste domande non avranno semplice risposta.
Se l'impianto di serie non e' sufficiente (perche' magari a causa del dielettrico troppo elevato in camera, la bobina non riesce a raggiungere la tensione necessaria per far scoccare l'arco, o delle turbolenze che tendono ad "allungare il percorso effettivo della scintilla" aumentandone di fatto la tensione di innesco) si puo' valutare una bobina con maggiore potenza che permette di avere la giusta tensione.
Innanzitutto bisogna vedere se col gap standard (e dwell corretto) si hanno problemi di mancate accensioni. Se e' il caso, si puo' passare ad un impianto di accensione dalla potenza maggiore (quindi piu mj di potenza, che permette di raggiungere tensioni sufficienti a far scoccare l'arco). Se non ci sono problemi di mancate accensioni, ed il gap e' gia' all'ottimale, secondo me un impianto piu' potente non serve a nulla...
Voi che ne dite?
Io sto cercando di costruirmi un banchetto basato su questo link:
http://www.dtec.net.au/Ignition%20Coil% ... esting.htm
Per poter trovare i vari parametri come i dwell ideali per ogni tensione (poi bisogna vedere se la bobina ha la stessa tensione che legge la ecu, ma questo e' un altro discorso), spark duration effettivo con le candele in uso, etc. In piu' si puo' misurare la potenza della bobina, cosa non da poco.
Partendo dal presupposto che la tensione di uscita dal secondario e' dettata dal gap candela e dalle condizioni in camera (infatti oltre quella tensione si abbassa la resistenza dell'aria tra gli elettrodi e la tensione non puo' piu' salire - ovviamente nei sistemi ws il secondario vede una tensione teoricamente doppia), i parametri che restano da analizzare sono la corrente (limitata dalla resistenza da 5kohm presente ormai in tutte le candele e dai cavi di tipo resistivo - ovvero tutti...) e la durata dell'arco.
Leggendo in rete pare che la maggiorparte delle bobine sia fatta per essere caricata intorno ai 7ampere, anche se lasciate piu' tempo raggiungerebbero correnti nettamente piu' alte (quindi potenze piu' alte, che magari le fa surriscaldare e guastare).
I BIP che usiamo con la ms tagliano tra gli 8 ed i 15 ampere (immagino vari da finale a finale), quindi dobbiamo ricordarci che non dobbiamo MAI caricare oltre quella corrente, se no il finale entra in limitazione e produce un sacco di calore, che puo' portarlo ad un guasto prematuro.
Teniamo quindi per buono una corrente massima tra i 7 ampere e gli 8 ampere. In base alle caratteristiche della bobina la stessa puo' impiegarci piu' o meno tempo a raggiungere questa tensione, quindi il dwell puo' cambiare. Bobine con un primario con filo fine e/o molte spire a 7 ampere potrebbe gia' pure essere in saturazione, mentre un'altra essere sul punto ideale di funzionamento. Quindi per farle lavorare bene dobbiamo conoscere i giusti parametri.
Le case ormai si sono abbastanza stabilizzate su un arco di 0.8mm, evidentemente andare oltre non porta a particolari vantaggi ne' sulla velocita' con cui parte la fiamma, ne' sugli hc (contando gli sforzi che fanno per ridurre le emissioni, se bastasse qualche decimo in piu' per ridurre gli hc penso che l'avrebbero gia' fatto da un pezzo). Quindi ci serve una bobina che ci dia un'accensione affidabile in tutte le condizioni con questo gap. Se ci si sente temerari e la bobina risulta sovradimensionata, si puo' tentare di allargare sempre senza avere mancate accensioni, ma non mi aspetterei nessun particolare vantaggio.
In questo discorso si inserisce la resistenza dei cavi e delle candele. Prima dell'avvento dell'elettronica i cavi candele erano un bel filo di rame, diretto alle candele (senza resistenza). Peccato che questo sistema generava numerosi disturbi che causavano noie all'elettronica. Allora si e' passati ai cavi resistivi, che limitano la corrente circolante nel circuito, quindi alle emissioni elettromagnetiche.
La domanda che mi sorge e' perche' si e' passati ad inserire una resistenza da 5kohm integrata nelle candele, se gia' il cavo presenta una resistenza?
Magari la sola limitazione dei cavi non era sufficiente per ridurre i disturbi, allora hanno aggiunto una ulteriore resistenza? Contando che essendo il gap praticamente standard a 0.8mm, quindi tutti gli impianti viaggiano con la stessa tensione al secondario (anche se non so quantificare di quanto varia il dielettrico del'aria nelle varie condizioni del motore), ed avendo tutti gli impianti circa 10kohm totali di resistenza (5kohm cavo + 5kohm cavo), viene da se che tutti gli impianti a pari condizioni hanno circa la stessa corrente alla candela. Quindi alla fine quello che varia principalmente e' la durata della scintilla.
Sara' per svincolarsi da questi limiti che le case sono passate al coil on plug? rimozione della resistenza del cavo senza produrre nuove emi, quindi bobine piu' piccole per avere la stessa corrente? O la resistenza nelle candele e' stata universalmente adottata per poter funzionare anche con i sistemi cop, che diversamente non avrebbero nessun sistema di limitazione?
Inoltre: E' piu' vantaggioso avere una durata di scintilla piu' ampia o un gap maggiore? Un gap maggiore permette di coinvolgere CONTEMPORANEAMENTE piu' molecole di miscela, dove invece una durata maggiore incendia piu' miscela, ma non necessariamente nello stesso istante (ma man mano che passa nell'arco), quindi verrebbe da pensare che un gap maggiore ha una migliore efficienza. Ma mi resta sempre il dubbio sul motivo per cui le case non vanno oltre gli 0.8mm standard, probabilmente oltre un tot di gap non c'e' piu' vantaggio.
Mi sa che queste domande non avranno semplice risposta.
Se l'impianto di serie non e' sufficiente (perche' magari a causa del dielettrico troppo elevato in camera, la bobina non riesce a raggiungere la tensione necessaria per far scoccare l'arco, o delle turbolenze che tendono ad "allungare il percorso effettivo della scintilla" aumentandone di fatto la tensione di innesco) si puo' valutare una bobina con maggiore potenza che permette di avere la giusta tensione.
Innanzitutto bisogna vedere se col gap standard (e dwell corretto) si hanno problemi di mancate accensioni. Se e' il caso, si puo' passare ad un impianto di accensione dalla potenza maggiore (quindi piu mj di potenza, che permette di raggiungere tensioni sufficienti a far scoccare l'arco). Se non ci sono problemi di mancate accensioni, ed il gap e' gia' all'ottimale, secondo me un impianto piu' potente non serve a nulla...
Voi che ne dite?